Recensione libro | Giovani e anziani nella crisi. Generazioni diverse possono ancora parlarsi e darsi la mano

Foto del libro Giovani e anziani nella crisi. Generazioni diverse possono ancora parlarsi e darsi la mano

Giovani e anziani nella crisi. Generazioni diverse possono ancora parlarsi e darsi la mano è un libro scritto a più mani che analizza il divario generazionale riportando numerosi esempi positivi di scambio e di collaborazione tra le generazioni.

CLASSIFICAZIONE: Volume 4 di immaginari sociologici e mutamenti sociali

TITOLO: Giovani e anziani nella crisi. Generazioni diverse possono ancora parlarsi e darsi la mano

A cura di: Luca Fe’ d’Ostiani

Autori: Anna Argirò, Maria Adelaide Caponigro, Luca Fè D’Ostiani, Edoardo Ferrini, Diego Latini, Alberto Matcovich, Raffaella Palieri, Cesare Trematore

Editore: Aracne (Genzano di Roma)

Data di pubblicazione: 2021

Pagine: 232


Giovani e anziani della crisi. Generazioni diverse possono ancora parlarsi e darsi la mano è il titolo del libro che unisce vari scritti in cui si analizza il gap generazionale privilegiando gli aspetti conflittuali. Giovani e anziani, due generazioni a confronto.

A cura di Luca Fè D’Ostiani, socio economista della FAO (The Food and Agriculture Organization of the United Nations), con prefazione di Giuditta Alessandrini e con i contributi di: Anna Argirò, Maria Adelaide Caponigro, Luca Fè D’Ostiani, Edoardo Ferrini, Diego Latini, Alberto Matcovich, Raffaella Palieri, Cesare Trematore. Gli autori hanno esaminato, attraverso i loro contributi, alcuni degli aspetti della crisi intergenerazionale e in quali fronti questa si manifesta: dalla cultura giovanile e la sua visione del mondo ai fattori che possono aiutare a superare o aggravare le difficoltà delle relazioni; dalle nuove indicazioni offerte dalle neuro-scienze ai processi di riorganizzazione in corso nel sistema aziendale e industriale; per arrivare infine ad alcune tematiche fondamentali per il futuro dell’umanità, come la questione ambientale con i vantaggi di un’economia circolare piuttosto che lineare.

In questo libro sono stati riportati numerosi esempi positivi di scambio e di collaborazione tra le generazioni. Ciò porta a sperare in un futuro in cui le diversità generazionali prendono atto delle loro differenze e mettano assieme le loro capacità, ricchezze e risorse per imparare a vivere e costruire unitamente.


Il Dott. Alberto Matcovich, CEO di Pensare P.O.S., è l’autore dello scritto “Le relazioni tra generazioni, forze di aggregazione e disgregazione”. Il suo contributo pone in evidenza come le forze attrattive (Digitale, Culturale gestionale/umanistico, Design Thinking) ci propongono un modo interessante ed innovativo di riflettere sul tempo che stiamo vivendo e come queste siano più vicine alle nuove generazioni.

Spazia dall’Intelligenza Artificiale alle conseguenze della digitalizzazione in ambito gestionale/organizzativo, dall’innovazione del processo e dell’organizzazione all’innovazione del rapporto tra aziende e ambiente, sottolineando come sia importante passare concretamente ad una economia sostenibile al fine di favorire “una relazione armonica tra sistemi naturali, sociali, economici e personali”.

Riflette sul come la pandemia di Covid-19 abbia diffuso una sensazione di delusione organizzativa tra coloro che hanno un lavoro e abbia contribuito a generare una forte crisi occupazione tra chi ha perso il lavoro e tra chi non ne ha mai trovato uno.

Mette in evidenza come il tipo di organizzazione indicato da Laloux debba essere promosso ed introdotto nel nostro Paese, integrandolo all’home working che si è ampiamente diffuso con la pandemia:

“In questo periodo sarebbe infatti più facile introdurre innovazioni organizzative riducendo al massimo la gerarchia ed aumentando la condivisione, creando, forse, nuovi posti di lavoro nei quali si possa gestire al meglio il processo di innovazione. Il lavoro potrebbe così diventare più stimolante, anche perché ricco di strumenti informatici e quindi più adatto ai giovani.”

Pone l’accento sulla forza attrattiva rappresentata dal Design Thinking. In esso sono compresi aspetti innovativi come l’uso di strumenti utili sia nel mondo reale che in quello digitale, utilizzabili individualmente o come spesso accade con il coinvolgimento di team di lavoro. Il Design Thinking è la soluzione alla necessità di rendere le aziende più agili e flessibili ai continui cambiamenti del mercato:

Design Thinking

“È inoltre un modo nuovo di lavorare che si addice molto ai giovani. La creatività che il Design Thinking stimola nelle persone, grazie alla sua crescente diffusione anche fuori dell’ambito aziendale e lavorativo, potrebbe aiutare tutti noi a trovare un nuovo modo di vedere e gestire la realtà in cui viviamo.”

Com’è nata l’idea di questo libro?

«In tanti ci incontrammo regolarmente ogni settimana per molti anni per parlare di aspetti sociali/filosofici che ci stavano nel cuore e nella mente.  Il Covid-19 cambiò tutto!

Dopo il primo momento di sconcerto, alla metà del 2020 abbiamo ripreso ad incontrarci, con i mezzi messi a disposizione dall’informatica. Nonostante le grandi preoccupazioni legate alla salute sia nostra sia dei nostri familiari siamo riusciti ad avere la forza di osservare che stava creandosi un altro gruppo di persone che entrava nelle fasce deboli: i giovani.

Dapprima con le parole tra noi, poi con i nostri appunti, poi, con i nostri scritti ci siamo confrontati, non facendo altro che osservare dalle angolazioni proprie di ciascuno questa importante criticità dei nostri tempi.

Ed allora perché non farne un libro???

Abbiamo creduto in questa sfida: le riflessioni da noi fatte avrebbero potuto, attraverso questo mezzo, sensibilizzare molte persone e, perché no, anche la politica e/o coloro che hanno le leve del potere. Così, abbiamo deciso di darle alle stampe.

Questa pubblicazione è coincisa con l’aggravarsi dei problemi di salute ed economici nazionali ed internazionali che hanno reso ancor più pressante questo problema tanto che anche l’Europa ha deciso di stanziare delle somme cospicue per i giovani. 

Io, in particolare, ho dato il mio contributo su due aspetti.

Il primo, attinente alla mia professione di medico. Ho quindi espresso quanto ci dicono le neuroscienze sul dolore, sulla solitudine fisica, sui diversi modi di relazionarsi che hanno gli anziani ed i giovani, sulle nuove modalità di incontrarsi sui social, sull’uso smodato dei device, etc. …

Non meno importanti sono gli approfondimenti attinenti alle forze culturali/sociali che dominano anche se in modo sotterraneo, il tempo che stiamo vivendo. Esse sono in grado spesso di contrapporsi, ma spesso anche di collaborare e sono: l’informatica, la cultura socio/economico/aziendale ed il design thinking.»

Cosa ci riserva il futuro?

«Dobbiamo considerare soprattutto due aspetti: il primo è la depressione indotta nei giovani e il secondo è il cambio di paradigma.

La depressione indotta nasce quando un soggetto si trova a dovere sostenere oltre le sue aspettative frustrazioni continue, ripetute e crescenti. Ai giovani sono state innalzate le aspettative ed aumentate anche le frustrazioni. Forse un segno di questo è l’alta percentuale di Neet (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training).

Il secondo punto è sintetizzato nella frase di Papa Francesco:

“Non stiamo vivendo un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca”.

In sintesi, credo che il futuro quindi si volgerà in un modo che tutt’ora non possiamo prevedere.

Alcuni aspetti possiamo intravederli come l’ampliarsi dell’economia circolare, il reperimento di nuove fonti energetiche ed un nuovo equilibrio socio/politico/economico in forma globalizzata. Per creare tutto ciò è necessaria un’ampia creatività ed innovazione caratteristica tipica dei giovani.

economia circolare - economia sostenibile

Alcuni aspetti possiamo intravederli come l’ampliarsi dell’economia circolare, il reperimento di nuove fonti energetiche ed un nuovo equilibrio socio/politico/economico in forma globalizzata. Per creare tutto ciò è necessaria un’ampia creatività ed innovazione caratteristica tipica dei giovani.

Sono, quindi, convinto che il loro apporto, è fondamentale per far sì che l’umanità tutta possa scoprire e forse anche reinventarsi nuove competenze e nuove professioni che oggi non possiamo immaginare.»

Quali sono le tue aspettative?

«Sarei contento se i giovani riusciranno ad esprimere liberamente le loro capacità e la loro visione del mondo.

Alcuni micro-dati sono in questo senso come la spinta che ha dato Greta Tumberg alla presa di coscienza del dramma ambientale e climatico. Lei ha spinto gli Stati tutti a confrontarsi tra loro anche con le sue recenti critiche:

“tante parole…bla, bla, bla… e pochi fatti e tempi incerti per la concretizzazione degli obiettivi importanti per la sopravvivenza del nostro pianeta”. 

Mi sono prefisso di aiutare i giovani a scoprire quanto loro siano importanti individualmente, socialmente ed economicamente per tutti noi e dare loro la fiducia per diventare ciascuno una nuova Greta.

Il Metodo Pensare P.O.S. è in grado di dare ad ognuno questa possibilità secondo le sue caratteristiche e, così, aiutare ciascuno e tutti a creare un futuro equilibrato, sostenibile de economicamente circolare.»


Puoi acquistare il libro a questo link: https://www.aracneeditrice.eu/it/pubblicazioni/giovani-e-anziani-nella-crisi-luca-fe-d-ostiani-9791259942814.html

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